Storie di guide: Scalando la vita

Eravamo a Maggio, all’inizio del tour che attraversa tutta l’isola lungo la costa ovest. La Sardegna è uno di quei posti dove vorresti esserci soprattutto in primavera, quando la fioritura regala profumi inebrianti, il cielo è perfetto e hai la tentazione di fare il primo bagno della stagione.

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Giorno 1 – Qualcuno sembra preoccupato

Con Henrick eravamo al primo incontro con gli ospiti, nella fase delle presentazioni e del briefing sul tour: “…ragazzi è un viaggio spettacolare, con giornate a tratti impegnative….”
Come d’obbligo si celebrava con un bicchiere di vermentino fresco, e le risate e la simpatia del gruppo ci mettevano a nostro agio. Inizio perfetto.
Tra gli ospiti c’era lei, Anna (nome di fantasia), giovane sui 40, carina e con qualche chilo in più, e appariva un po’ tesa, mi avvicino e comincio a intervistarla:
“E’ la prima volta che vieni qui? E com’è che hai pensato proprio alla Sardegna?”
“Si è la prima volta, mi ha affascinato la possibilità di pedalare lungo il mare e di fare qualche sosta in spiaggia, però sono preoccupata per le salite”
“ Ma tu non devi preoccuparti, il van è sempre con noi, quindi ognuno pedala al suo ritmo, e se proprio si è stanchi si può sempre salire in van:)”
Dopo qualche altro sorso di Vermentino è tempo di prepararsi per la prima pedalata della settimana, di fatto un giretto di riscaldamento che serve a noi guide per capire le capacità degli ospiti, e a loro per conoscere la bici.

Non è solo peso

La pedalata è un costante su e giù lungo il mare, stiamo osservando ogni ospite, e Anna comincia a faticare sin dalla prima salita.
Henrick si ferma col van ogni tre o quattro km per incoraggiare i ciclisti e assicurarsi che tutti stiano bene. Dopo una chiacchierata decidiamo che io starò a fine gruppo per stare più vicino ad Anna, mentre lui seguirà il resto del gruppo col van.
Mentre pedaliamo chiacchiero per distrarla, ricordandole di andare al suo passo e di concentrarsi sul verde della vegetazione e sul blu del mare, che aiuta a togliere l’attenzione dalla fatica.
La pedalata finisce dopo circa 20 km e qualche bella salita. Lei non sembra affaticatissima, però è ancora più stressata di prima:
“Simone, sono davvero preoccupata di non riuscire a tenere il passo con il resto del gruppo, davvero non voglio che gli altri debbano aspettare per me”
“Ma stai tranquilla! Abbiamo fatto più di venti km, hai un bello stile e si vede che sei forte, e vedrai che se continui a pedalare così, e stando un po’ attenta all’alimentazione, ci voli sopra queste salite!”
“Lo so…il problema del peso è dovuto alla chemio, questo è il mio primo viaggio dopo un ciclo di trattamento per un tumore al seno, ci tenevo così tanto a fare questa vacanza …”
Sono ammutolito, come al solito ho perso un’altra occasione per stare zitto.
Lei prende il telefono, e mi mostra delle foto dell’anno prima.
“Questa sono io in spiaggia l’anno scorso, qui sono con amici in pizzeria..”
Una bella ragazza mora con un sorriso fantastico. Sono toccato.
“ Anna, non posso promettere molte cose, ma ti assicuro che ci facciamo ogni singola salita di questo tour“
“ Mi piacerebbe, ma penso di essere troppo lenta e non voglio rallentare tutti gli altri ”
“ Guarda, magari ci mettiamo un po’, ma anche se arrivassi prima a ogni hotel purtroppo non ti diamo nessun premio:) Finalmente il suo viso si distende in una risata.

Ispira, e verrai ispirato

Nei giorni successivi soffriamo un po’, ma lei riesce a finire ogni salita.
Certo, ogni tanto la sprono con il mio stile tipico, che va dall’educato “Vaiii Annaaaa Vaaaaiiii!!!”, all’efficace “Cambiaaa, Cambiaaaa, Cambiaaaa!!!”, sino al più incoraggiante “ Non mettere il piede a terra, o ti spacco le ginocchia!!”, e via così:)
Le salite diventano l’occasione per ridere come scemi assieme a tutto il resto del gruppo, e giorno dopo giorno è sempre più sicura delle sue capacità. Il quinto giorno la pedalata è lungo la Costa Verde, con qualche piccolo strappo, e finisce con otto chilometri di salita sino al nostro Agriturismo.
Per metà su strada bianca, poi asfalto sino alla fine, con una pendenza media del 5%, e una bella chiesetta appena prima dell’ultimo tornante a dominare il paesaggio.
“Anna, questa è la salita più lunga di tutta la settimana, quindi mi raccomando prendiamola con calma. Prometti di non far girare troppo le gambe da subito, ricordati di bere,e fregatene di quelli che sono avanti, ok??”
E’ Sardegna, è Maggio, e c’è caldo. Appena lasciamo il mare alle spalle la brezza scompare, l’aria nella gola sembra quella di un phon, e dopo qualche centinaia di metri siamo totalmente bagnati di sudore. Il silenzio è il nostro compagno di salita, qualche capra ci guarda quasi ridendo della nostra fatica, finalmente il tratto sterrato termina, e siamo felici di rimettere le ruote sull’asfalto. Ma la chiesetta in alto ci ricorda che abbiamo altri quattro km.
“ Ajo’ ajo’ ajo’ Anna, ne abbiamo fatto più della metà!”
A meno di 100 metri dalla chiesetta, le campane cominciano a suonare.
Siamo davvero in mezzo al nulla, nessun paese nelle vicinanze, e ci sembra che dentro non ci sia nessuno. Ma le campane stanno suonando davvero.
Io sto piangendo, lei sta piangendo. Ed entrambi sappiamo che stiamo piangendo.
“Questa maledetta polvere col sudore e la crema solare mi stanno colando negli occhi, ti va di fermarti Anna?”
“Si, ma alla fine della salita”
Amo il mio lavoro.

Dedicato a tutte le donne forti che ho incontrato nei miei tour